Prodotto da: Nestlè italiana S.p.A.
Via G. Garibaldi 5 – Milano
Peso:71 grammi (66,5g + 4,5g)
Prezzo: € 1,00 per due confezioni
Ingredienti:
Noodles (93,7%): Farina di frumento, olio di palma, sale, esaltatore di sapidità (glutammato monosodico), aglio in polvere, correttore di acidità (carbonati di potassio), stabilizzante (polifosfati), curcuma, antiossidante (estratto ricco in tocoferolo) (contiene soia).
Condimento in polvere (6,3%): Sale, esaltatori di sapidità (glutammato monosodico, guanilato disodico, inosinato disodico), zucchero, spezie (coriandolo, curcuma, pepe rosso, pepe nero, cumino, zenzero, senape), aromi (contiene glutine), amido di mais, proteine di soia idrolizzate, grasso di palma idrogenato, correttore di acidità (acido citrico), colorante (caramello ammoniacale) (contiene glutine), cipolla.
Può contenere tracce di latte, uova, sedano e semi di sesamo.
Questi noodles sono frutto di una partnership alimentare tra Buitoni (che ci mette il marchio e il marketing) e Nestlè (che ci mette gli stabilimenti e la lavorazione).
Questo spiega il motivo dei due marchi nei dati che avete letto sopra.
Buitoni quindi cerca di importare in Italia un’abitudine alimentare che nei paesi asiatici è radicata da decine d’anni e che raccoglie miliardi e uro all’anno.
Vediamo qualche dato curioso che rende l’idea del mercato:
Nel 2000, un sondaggio ha decretato i noodles istantanei come la più importante invenzione Giapponese del secolo (FONTE).
Ogni anno vengono consumati 101,5 miliardi di confezioni. In Cina se ne consumano circa 44 miliardi, in Indonesia14, in Giappone e Vietnam circa 5, in USA 4. (FONTE)
Nel mio piccolo ho contribuito anche io a questa diffusione con le recensioni che potete leggere Qui, Qui, Qui e Qui.
E ora il prodotto:
La confezione è semplice ma allegra, nel retro sono contenute le informazioni per la cottura, quelle nutrizionali e gli ingredienti.
Si consiglia la cottura in padella ma io ho riscontrato che in questo modo il fondo tende ad asciugarsi molto (maggiore superficie calda=maggiore evaporazione) quindi se preferite un risultato maggiormente brodoso consiglio di utilizzare un pentolino appena più grande della confezione.
Buona l’idea di NON mettere l’olio nel condimento ma di lasciare al consumatore la scelta sul suo utilizzo. Si limitano i grassi e, se si decide di mettere dell’olio, si può scegliere che qualità usare. Un Una strategia che peraltro aiuta a tenere il prezzo competitivo.
Piccola considerazione data dall’esperienza con i noodles istantanei: questo formato è mangiabile anche crudo come se fossero patatine. Provateli per sentirne la croccantezza e il sapore.
Nelle informazioni nutrizionali spicca il valore del sodio (40% della razione giornaliera consigliata) a parere mio troppo alto per soli 66,5 grammi di pasta.
A peggiorare questo dato, il fatto che il piatto non risulta salato e quindi si corre il rischio, per gli amanti del gusto salato, di aggiungerne ulteriormente.
Quando si mettono nell’acqua di cottura le spezie contenute nella bustina il profumo è molto invitante e gradevole.
La colorazione dell’acqua è simile a quella della confezione. Se la scelta della grafica è stata voluta per raggiungere questo risultato posso dire che è stata una scelta vincente: la continuità di aspetto tra confezione e prodotto è gradevole.
Purtroppo i lati positivi finiscono qui perché il resto è di una banalità sconcertante.
La potenza dell’odore delle spezie non è che un ricordo al primo boccone.
Il brodo infatti è profumato ma non è altrettanto saporito. Potendo scegliere avrei preferito il contrario.
Al termine della cottura il piatto è molto… “piatto”!
Predomina il giallo in due gradazioni di colore: più scuro per il fondo di cottura e più chiaro per i noodles. Fine della fantasia.
Credo che delle verdure liofilizzate (carote e funghi) e/o dei piselli disidratati sarebbero un obbligo in un piatto del genere se non altro per spezzare la dittatura del giallo.
E invece nulla. I colori che vedete nella foto sono dati dal basilico tritato e dalla paprika che ho aggiunto per renderlo più presentabile…
Inoltre i noodles non hanno sapore, anzi ce l’hanno ma lo perdono in cottura. Guardate gli ingredienti della pasta o provatene un po’ crudi per capire cosa intendo.
Il brodo come detto è molto profumato ma non altrettanto saporito, come detto sopra paradossalmente manca di sale.
Le spezie usate e che non si sciolgono in acqua, come in quasi tutti i prodotti di questo tipo, lasciano nel fondo una poverina.
A favore del prodotto Buitoni bisogna dire che la sua quantità è inferiore alla media dei noodles che ho avuto modo di assaggiare.
La quantità di pasta offerta è adeguata per un primo piatto, meglio se accompagnato da un’insalata fresca o da qualcos’altro di leggero.
In definitiva un esordio che ha dei lati positivi e dei lati negativi. Questi ultimi però sono facilmente migliorabili… a patto di volerlo fare.
Non per sminuire l’ottima recensione precisa e puntuale, ma non riesco a capire la necessità, nonostante i dati forniti di forte espansione (all’estero) di questo prodotto, per quale motivo andrebbe incentivata un tipo di cucina “industriale”, quando, tanto per fare un esempio, con lo stesso tempo si possono preparare delle ottime pennette “cacio e pepe”, o dei superbi spaghettini “burro e parmigiano”, o degli squisiti spaghetti “aglio e olio”, oppure, per limitare i grassi, delle saporitissime linguine “pomodoro e basilico”.
Potrei aggiungere ancora decine e decine di primi piatti rapidi e gustosi, privi di tutte quelle sostanze aggiunte (troppe, considerando tutte le spezie e gli ingredienti usati) che per forza di cose questi prodotti contengono.
N.B.: non sono contrario né al “fast food” né alle cucine esotiche, ma dal momento che questo prodotto sembra fatto essenzialmente per uso domestico, non ne vedo proprio la necessità…
AVE!
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Ave Corrado e grazie per il tuo commento.
Anzitutto vorrei dire che sono pienamente d’accordo con te. Nemmeno io mi sogno di mangiare la pasta istantanea quando posso farmi due pennette agli olio e peperoncino.
Aggiungo anche che, in caso di fretta estrema preferirei un velocissimo panino con la mortadella.
Ma torniamo alla domanda: perché Buitoni cerca di importare un’abitudine alimentare che non ci appartiene e che invece funziona benissimo altrove?
Può sembrare banale ma il motivo è molto semplice: il profitto.
Buitoni ha dei prodotti “fissi” che si trovano sempre nel suo listino e dei prodotti “spot” che appaiono solo per certi periodi e che servono a seguire una moda alimentare e a trarre maggior profitto dalla vendita del “cibo del momento” che poi, terminata la campagna, sparisce dal catalogo (per poi tornare dopo qualche anno).
Fortunatamente non è possibile produrre industrialmente il sushi altrimenti…
Ma c’è un altro fattore, il tempo. Viviamo nella costante paura di non avere tempo, il che per la maggior parte di noi è una panzana. Però “per darci un tono” siamo sempre di corsa anche per non fare nulla e in questo contesto si incastrano i cibi pronti tra cui le paste istantanee.
Inoltre la cacio e pepe non è per nulla facile se non sei pratico, tu che sei romano lo sai bene…
E ora la seconda domanda: perché questi prodotti non restano in vendita dopo un lancio milionario?
Perché la cultura alimentare italiana è molto radicata e poco sopporta le novità esotiche. Certo, agli italiani piace assaggiare cucine diverse e questo spiega la varietà di ristoranti cinesi, giapponesi, arabi, marocchini, e attività più piccole come kebaberie, sushi bar e altri del genere.
Però al supermercato gli italiani sono diffidenti e preferiscono la pasta Barilla (ora forse un po’ meno viste le dichiarazioni omofobe del presidente).
Il cibo esotico è vissuto come una parentesi, una sospensione dalla routine culinaria nostrana.
I fast-food infatti, si “cammuffano” da prodotto locale per entrare nel consumo quotidiano associando ai grassi in quantità prodotti ben conosciuti ed apprezzati come il parmigiano, lo speck e la carne di manzo allevata in Italia.
Ci sono altri fattori che ne determinano il successo ma diventerebbe un discorso lunghissimo.
Spero di essere stato chiaro e scusa se mi sono dilungato.
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AVE!
Gentilissimo Master of Cook,
ti ringrazio sentitamente per la risposta puntuale ed approfondita (anche negli aspetti economico-finanziari legati al lancio di certi prodotti) e non posso che essere, a mia volta, pienamente d’accordo con quanto dici.
Per preparare dei velocissimi bucatini o spaghetti o (ancor più veloci) spaghettini (per due o tre persone), mentre la pasta sta cuocendo, mettere in una terrina 1 cucchiaino da caffè (raso) di pepe nero macinato, aggiungere 1 cucchiaio d’acqua di cottura della pasta e mescolare; appena la mistura ottenuta si è un pò freddata, aggiugere abbondante pecorino romano grattuggiato (due bei cucchiai colmi) ed amalgamare il tutto aggiungeno 1 cucchiaio d’olio d’oliva. Accortezza fondamentale: prima di versare la pasta scolata (lasciarsi un pò d’acqua da parte) dare una freddatina alla pasta passandola velocemente sotto l’acqua fredda, per evitare che il pecorino si incolli alla terrinna ed alle posate e si amalgami invece a dovere con la pasta…
Buon appetito!
AVE!
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Mi ha fatto piacere questo scambio di opinioni.
Nel blog manca la cacio e pepe…quando la farò seguirò la tua ricetta.
A presto! 🙂
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sono buoni ma sono troppo pochi per fare un piatto come si deve ci vogliono minimo tre bustine 😉
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Edera benvenuta! 🙂
Si, hai ragione la quantità è poca, ma se si mangiano 3 buste la quantità di sale diventa pericolosa.. eh eh eh
🙂
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In realtà io non li mangio in brodo, li preferisco asciutti. Metto meno acqua e li cucino in una padella in ceramica. Diventano di un giallo simile al riso allo zafferano. Li mangio senza aggiungere altro e sono gustosissimi. ^_^
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Ciao LadyAileen e benvenuta 🙂
La tua versione sembra molto gustosa, sinceramente più di quella in brodo.
Appena mi capitano sotto mano li provo come dici tu!
Grazie del consiglio e a presto! 🙂
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Non li conoscevo!!! Ottima recensione! 😉
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Ennio sono una novità! 🙂
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un bel reportage su questo prodotto complimenti
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Grazie Gunther, sono contento che lo abbia trovato interessante. 🙂
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